Lo studio legale ha assistito un ex dipendente di Veneto Banca spa, denunciato insieme ad altri, per la vicenda riguardante i cosiddetti “prestiti baciati”. I querelanti lamentavano di essere stati truffati in quanto indotti ad acquistare azioni della banca in cambio di un finanziamento di pari valore. A seguito del fallimento dell’istituto di credito, il valore degli strumenti finanziari acquistati veniva completamente azzerato.
Secondo gli investitori, i dipendenti non potevano non conoscere le condizioni economiche in cui versava Veneto Banca e pertanto avrebbero dovuto desistere dal vendere le azioni alla clientela. La Procura della Repubblica di Ascoli Piceno aveva accolto la tesi dei querelanti e rinviato a giudizio alcuni dipendenti contestando loro “di aver rappresentato l’istituto di credito come solido dal punto di vista economico e patrimoniale e di aver inserito informazioni inesatte nella scheda di profilazione MiFID”.
L’Avv. Marco Bagalini, per il dipendente da lui assistito, optava per il rito abbreviato sostenendo sia l’innocenza sia che il quadro probatorio contenuto nel fascicolo del Pubblico Ministero fosse oltremodo lacunoso. Gli investitori si costituivano parte civile, chiedendo, oltre alla condanna del dipendente anche un risarcimento danni di oltre 100.000,00 euro.
Il Tribunale di Ascoli Piceno ha assolto con formula piena il dipendente.
Il Pubblico Ministero e le parti civili hanno proposto appello avverso la sentenza del Tribunale ed in data 15/03/2022 la Corte di appello di Ancona ha confermato la sentenza impugnata.
Avverso la sentenza della Corte di appello di Ancona è stato promosso Ricorso per Cassazione ai soli effetti civili, dichiarato inammissibile.